Durante questo primo anno in Massoneria, mi è capitato diverse volte di meditare sul significato del termine “Fratellanza Massonica”. Visto che, come mi avete insegnato, tutti qui da noi è simbolo, e ho sempre cercato di non prendere alcun simbolo (grafico o verbale che fosse) per scontato o casuale; così spesso mi sono chiesto il perché la nostra associazione fosse una fratellanza.
Secondo alcuni autori, il costume di chiamarsi Fratelli era già in uso anticamente presso le logge dei muratori di pietra libera. La terminologia relativa alla fratellanza quindi, già in epoca tardo medievale, si accompagna al primo nucleo di spiritualità esoterica che distingueva le logge dei liberi muratori da quelle dei muratori semplici. Probabilmente ciò era dovuto al differente lavoro di cui i muratori di pietre libere erano incaricati, che comportava senz’altro una creatività ed estro che, necessitando una profondità di pensiero e di spirito, portavano questi primi fratelli a confrontarsi sui grandi temi filosofici e spirituali.
Ecco quindi una prima risposta, certo non definitiva, sul perché all’interno di queste prime logge operative ci fosse un bisogno di andare oltre la semplice corporazione di mestiere, costituendo una fratellanza: un bisogno nato dal più ampio bisogno di spiritualità che, i nostri antichi fratelli devono aver provato all’interno delle loro officine operative.
Per un massone contemporaneo, forse la fratellanza può essere anche intesa, in senso più largo e impersonale, come fondamento di quel “lavorare al Bene e al Progresso dell’Umanità”. Un lavoro che non può essere compiuto senza sentirsi membri dell’umana famiglia; e quindi senza provare un senso di fratellanza universale, capace di dare i migliori frutti una volta trasmesso al mondo profano. Al contrario di chiudersi e isolarsi in una confraternita indifferente ai destini del mondo esterno, la fratellanza massonica mi sembra piuttosto che suggerisca la necessità di portare tutti i rapporti umani ad un livello spirituale più alto, liberandoci da sentimenti profani tutt’altro che fraterni, che spesso nascono dall’egoismo e dalla vanità, dal narcisismo e dalla gelosia.
Da un punto di vista più personale, ho potuto osservare su me stesso l’efficacia e potenza della spiritualità Massonica, che sin dalle prime tornate in loggia mi ha permesso di sentire l’unione spirituale che ci lega e che va ben oltre la semplice amicizia. E forse è anche per questo che ci consideriamo fratelli, dove i termini “amicizia” o “società”, sarebbero stati sicuramente riduttivi. La fratellanza che è parte integrante della spiritualità massonica, come tanti altri simboli e riti non può essere spiegata a parole, non certo da un semplice apprendista, ma certamente per il sottoscritto la fratellanza ha un enorme rilievo nel complesso spirituale massonico che con l’iniziazione ha cominciato ad essermi trasmesso.
Data la mia personalità introversa, timida e un po’ insicura, non mi è mai capitato di provare un sentimento simile in un arco di tempo così breve. Ho sempre impiegato molto tempo ad instaurare amicizie vere e profonde da poter arrivare ad essere considerare fraterne. Per me è stato un piccolo miracolo spirituale, di cui vi sono enormemente grato, e che mi è d’aiuto anche nel mondo profano dove, mi rendo conto, l’instaurare nuove relazioni umane sta diventando più semplice e più gratificante.
Ho detto.
A∴M∴